L’accordo dei genitori può essere disatteso dal Giudice, se contrario all’interesse del figlio

L’accordo dei genitori può essere disatteso dal Giudice, se contrario all’interesse del figlio
04 Aprile 2022: L’accordo dei genitori può essere disatteso dal Giudice, se contrario all’interesse del figlio 04 Aprile 2022

IL CASO. Tizio aveva proposto reclamo, avanti la Corte d’appello, avverso il provvedimento del Tribunale che aveva escluso che il figlio minore di dieci anni potesse pernottare presso la sua abitazione fino alla fine dell’anno scolastico a martedì alternati e tutti i giovedì della settimana.

La Corte d’appello confermava il provvedimento impugnato in quanto rilevava che l’esclusione dei pernotti era stata disposta dal Tribunale per agevolare la gradualità dei rapporti tra padre e figlio, stante il disagio del minore manifestato nel frequentare il padre e la conflittualità tra i genitori.

Tizio, quindi, impugnava per Cassazione il decreto della Corte d’appello.

LA DECISIONE. La Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 37790 pubblicata l’1.12.2021, ha osservato che “a norma dell’art. 337 ter, comma I, c.p.c. i provvedimenti relativi alla prole sono adottati dal giudice ‘con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa’ e che, in continuità con tale regola, è previsto che lo stesso giudice prenda atto degli accordi intervenuti tra i genitori ‘se non contrari agli interessi dei figli’".

Pertanto, al fine di perseguire l’interesse della prole, la Suprema Corte ha confermato la facoltà del Giudice a discostarsi dagli accordi intervenuti tre i genitori.

Ha, quindi, riconosciuto che “non può ritenersi illegittimo il provvedimento che disattenda le concordi conclusioni rassegnate dal padre e dalla madre del minore, quando le stesse veicolino soluzioni n, quanto alle frequentazioni del figlio, che risultino non rispettose delle esigenze di quest’ultimo”, come era avvenuto nel caso di specie in cui i pernottamenti erano stati esclusi per agevolare la gradualità nella ripresa dei rapporti tra padre e figlio, il quale aveva sempre manifestato disagio nel frequentare il padre.

La Suprema Corte, ha, quindi, dichiarato il ricorso inammissibile.

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